Siete scrittori emergenti? Non lasciatevi ingannare da quegli (pseudo) editori, che io non oserei definire tali, che per pubblicare, vi chiedono contributi. Una volta pubblicato con loro, non solo spesso non vedrete la vostra opera distribuita, ma vi sarete fatti un (cattivo) nome e difficilmente editori seri pubblicheranno una vostra opera.
Mi spiace, sono rigida sull'argomento, ma non amo questo tipo di speculazioni.
Personalmente, ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso due editori serissimi, che non solo non mi hanno chiesto un euro, ma che hanno "speso" volentieri in tempo e comunicazione (nonchè ovviamente in denaro) per pubblicizzare i loro autori.
Ho scovato su internet un sito che pubblica la lista degli editori a pagamento, che, ricordo, sviliscono e deturpano il vostro lavoro e che vi fanno considerare di tutto tranne che scrittori, da chi vi legge e da altri seri editori: http://scrittoriesordienti.wordpress.com/2008/12/15/la-famosa-lista-eap/ e mi sono stupita leggendo nomi che non avrei mai voluto trovare in quella lista come Albatros, Kimerik, Il Poggio, MJM e Croce. Che tristezza!
Vi giro una lettera di un mio facebookiano amico che ritengo utile sull'argomento:
"La maggior parte degli editori a pagamento non distribuirà la vostra opera; pubblicare con un editore a pagamento non vi creerà nessun curriculum degno di nota, anzi, vi darà discredito agli occhi degli editori seri che investono in proprio; gli editori a pagamento nella maggior parte dei casi pubblicano di tutto e nemmeno leggono le opere inviate loro; un editore a pagamento guadagnerà una notevole somma solo stampandovi il libro, per cui non avrà interesse ad investire tempo e denaro nella promozione.
Tanti editori a pagamento illudono gli autori, facendo credere loro d'aver scritto un'opera eccezionale, soltanto per convincerli a sborsare notevoli somme per la pubblicazione.
Tanti editori a pagamento affermano di non esserlo, ma poi chiedono soldi per la correzione delle bozze o per un lavoro di editing, il cui costo invece spetta sempre all'editore.
Se poi si decide di investire su se stessi, si è liberi di farlo, ma appunto solo su se stessi bisognerà contare e, senza l'aiuto della stampa e privi di ogni capacità autopromozionale, sarà ben difficile ottenere un buon riscontro di vendite.
Vendere ai propri amici permetterà di rifarsi (forse) della somma spesa (se si hanno molti amici che si possono realmente definire tali), ma diventare veri scrittori non significa vendere soltanto ai propri amici, i quali spesso comprano il vostro libro (senza poi nemmeno leggerlo) solo per amicizia.
Spero di aver risposto in maniera chiara (e definitiva) alla tante domande che mi giungono in proposito.
Buona giornata
Andrea Mucciolo"
Grazie Andrea per il lavoro che fai!
La Recensora